201505.17
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Riforma Pubblica Amministrazione: le novità di Renzi

La riforma della Pubblica Amministrazione è, insieme alla riforma sulla Buona Scuola e della Giustizia, fortemente voluta, è già stata approvata al Senato, ed approda alla Camera per la discussione.

La riforma prevede numerose deleghe al Governo ed è basata su un testo eterogeneo che investe l’assetto complessivo delle amministrazioni, con l’aspirazione costante a raggiungere gli obiettivi della semplificazione, del risparmio sulla spesa pubblica, dell’efficienza.

La sua incidenza sui rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, sulla ridefinizione dei contorni delle figure dirigenziali, sul mondo dell’impiego pubblico, sarà rilevante, per questo motivo si intende fornire qui un piccolo focus sulla sua impostazione, in termini generali, e, successivamente, qualche approfondimento sui temi che più incidono sugli interessi dei cittadini nel dialogo con la P.A..

Riforma Pubblica Amministrazione: forma e struttura

Il testo della riforma è articolato in quattro capi, il primo basato sulle semplificazioni amministrative, di grande impatto sulla vita quotidiana del cittadino, il secondo è relativo all’organizzazione della p.a., il terzo è in materia di impiego e personale, con moltissime innovazioni in tema di telelavoro e tutela della genitorialità, ed il quarto contiene le deleghe al Governo sull’attuazione della semplificazione.

Il testo, così strutturato, copre argomenti eterogenei, ricalcando la struttura delle leggi Bassanini degli anni novanta: si tratta di misure sulla semplificazione che interessano le esigenze degli utenti dei servizi di interesse pubblico, di misure d’impatto sulla dirigenza, della figura peculiare intorno a cui ruota l’organizzazzione dei Comuni (ovvero dei segretari comunali), e, infine, una sostanziosa ed innovativa riforma dell’impiego pubblico.

Le semplificazioni amministrative: auspicate o reali?

Il tema di fondo della riforma della pubblica amministrazione, registra, ormai da anni, una tendenza alla digitalizzazione dell’amministrazione, allo scopo di avvicinare, finalmente, il “carrozzone” della corposa burocrazia pubblica alla realtà più snella, flessibile e veloce della società 2.0 con la profonda esigenza di accorciare ed alleggerire tempi ed incombenze nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Il grande tema è, dunque, quello della riforma del codice dell’amministrazione digitale, con servizi amministrativi online, e processo telematico.

Modifiche rilevanti sui tempi del procedimento sono quelle che riguardano la conferenza di servizi, il tavolo a cui si siedono in un’ottica di collaborazione, le diverse amministrazioni coinvolte nell’adozione di un provvedimento che incide sulla sfera dei privati cittadini, per cui sono rafforzati gli obblighi partecipativi degli enti, e ridotti i termini, nello specifico riguardo alla parte istruttoria, e di integrazione documentale.

Tema centrale è quello degli obblighi delle amministrazioni di pronunciarsi su richieste di pareri, nulla osta, o altri atti, formulate da altri soggetti pubblici, entro termini che saranno fissati dalla legge (di solito 30 giorni): ciò consentirà al cittadino di uscire dall’incubo della durata incerta dei procedimenti amministrativi. Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sarà delegata la competenza alla risoluzione dei contrasti in tema. Gli obblighi di “collaborazione” così imposti, esistono già solo in casi sporadici, laddove si è prevista una precisa scansione procedimentale, che con la riforma della pubblica amministrazione diverrà, invece, un principio comune.

Il settore dei provvedimenti direttamente incidenti sulla sfera di interessi del cittadino, come per esempio la possibilità di ricorrere alle segnalazioni certificate di inizio attività, al silenzio assenso dopo la comunicazione preventiva per lo svolgimento di lavori e/o l’avvio di iniziative commerciali sarà modificato nel senso di prevedere una disposizione che fissa in sessanta giorni il termine entro cui la pubblica amministrazione può annullare in autotutela il titolo abilitante allo svolgimento dell’attività tacitamente assentita.

Ulteriori previsioni rilevanti sono quelle in tema di anticorruzione, trasparenza, inconferibilità ed incompatibilità, oggetto di apposite deleghe al Governo, che dovrà eseguirle costantemente nell’ottica della semplificazione amministrativa.

Riforma Pubblica Amministrazione: i profili di novità nell’organizzazione

Il testo della riforma prevede numerosi interventi sull’organizzazione della p.a., in particolare in relazione agli uffici dirigenziali, per i quali si prevede una forte riduzione, soprattutto quelli relativi alle attività strumentali. I dirigenti, inoltre, saranno licenziabili in virtù del principio per cui l’abolizione della loro amovibilità diventerà una sorta di “anticorpo contro l’illegalità” (a detta del Ministro Madia).

Oggetto di riforma saranno anche il Formez, il principale ente dedicato alla formazione, il Corpo Forestale dello Stato, che probabilmente assorbirà la polizia provinciale.

Alla riduzione del numero delle Prefetture, previsto dalla riforma, sarà abbinato un potenziamento dei compiti di coordinamento e collaborazione dei Prefetti.

Il ddl sulla riforma prevede inoltre (articolo 8) disposizioni che delegano il Governo a riformare le funzioni e le modalità di finanziamento delle Camere di Commercio.

Riforma Pubblica Amministrazione: impiego pubblico e dirigenza

La riforma, nello specifico, l’articolo 9 del ddl, delega il governo a provvedere riguardo alla riforma della dirigenza e del sistema di valutazione.

La struttura del comparto dirigenziale è innanzitutto riformato nel senso dell’unificazione delle due fasce dirigenziali statali, e nel senso della previsione di tre ruoli: stato, regioni ed enti locali.

Abolita la figura dei segretari, che sono iscritti all’albo della dirigenza, sarà introdotto negli enti locali il c.d. Dirigente apicale, in forma associata nel caso dei piccoli comuni (tale incarico è riservato, per i primi tre anni, ai segretari).

Per quanto riguarda il pubblico impiego non dirigenziale è previsto l’obbligo di adozione di misure a sostegno del telelavoro, dei meccanismi di flessibilità dell’orario, della stipula di convenzioni con asili nido e scuole dell’infanzia; il focus è, comunque, sul telelavoro anche nella forma mista, e sulle nuove forme di co-working e smart-working, che saranno introdotte senza penalizzazioni ai fini del riconoscimento della professionalità e ai fini della progressione di carriera.

Lo scopo di tali disposizioni è quello di migliorare il sistema di fruizione di congedi e permessi, a tutela della genitorialità del lavoratore.

I grandi temi: lavoro, stabilizzazione, concorsi, servizi pubblici e società partecipate

Oltre ai provvedimenti sopra accennati, la riforma della pubblica amministrazione inciderà sui temi della stabilizzazione dei precari, causa per cui, soprattutto dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea sull’illegittimità del ricorso alla reiterazione dei contratti a termine, sono stati proposti innumerevoli ricorsi giurisdizionali; della diminuzione dei periodi di vigenza delle graduatorie dei concorsi pubblici; della promozione delle misure per favorire il ricambio generazionale.

Inoltre, si dovranno trovare gli strumenti normativi che permettano di consolidare la buona gestione delle società partecipate, ove possibile, distinguendo gli assetti societari sulla base delle esigenze economiche, rivedendo le procedure di nomina degli amministratori, migliorando il sistema dei controlli e dei vincoli sugli acquisti e sulle assunzioni.

Grande attenzione sarà rivolta al sistema della gestione dei servizi pubblici locali di interesse economico, per cui saranno potenziate le prerogative ed il ruolo delle città metropolitane, riformate le regole per l’affidamento dei servizi, e formulati meccanismi premiali per le gestioni virtuose e redditizie, modificata la disciplina della proprietà e della gestione delle reti. Per quanto riguarda la posizione degli utenti, saranno definiti principi più solidi per la fissazione delle tariffe, introdotte forme di tutela del consumatore, non necessariamente giurisdizionali, più efficaci.

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